bvdub "Ten Times"
Reviews
bvdub nos cuenta 'las diez veces que el mundo mintió' en su nuevo álbum El sello italiano Glacial Movements ha desvelado hoy todos los detalles de Ten Times The World Lied, el nuevo álbum del prolífico bvdub que verá la luz el próximo 6 de abril. Brock Van Wey empezó a pinchar en 1993 pero no fue hasta 2007 cuando se decide a publicar su propio material como bvdub. Desde entonces parece no haber salido de su estudio porque ha sido capaz de lanzar una ingente cantidad de música que ha ido publicando en sellos como n5MD, Quietus Recordings o que él mismo ha decidido autoeditarse por su cuenta y riesgo. También ha aparecido previamente en Glacial Movements, de hecho este nuevo álbum es el quinto que edita a través del sello italiano y de él ya podemos escuchar un par de cortes a través del reproductor que tienes bajo el tracklist.CLUBBING SPAIN
Siamo sicuri che la dicotomia tra l'ignorabile e l'interessante abbia ancora il suo valore iniziale? Sono trascorsi oltre quarant'anni dall'uscita di quel capolavoro di intuizione e la disciplina ambient non ha mai cessato di essere e/seguita. Molte cose però sono cambiate, l'approccio musicale non è più 'scolastico', decine sono le contaminazioni e le integrazioni con altri mondi meno asettici, tutti elementi che portano alla domanda posta all'inizio: siamo ancora sicuri che questa dicotomia tra l'ignorabile e l'interessante abbia ancora un valore un senso, o ciò che ora ascoltiamo come Ambient è qualcosa che va ben oltre il semplice carpet sonoro che a tratti richiama l'ascolto per poi tornare ad essere piacevole e placido suono di accompagnamento?Mai come in questo periodo ci siamo sentiti sotto attacco, mai come ora le nostre già insicure certezze vengono accerchiate da un malessere costante e in crescita. La violenza sui deboli, il sopruso, l'incomprensione, la rinascita di atroci ideologie che erroneamente credevamo morte, la sconosciuta minaccia proveniente da invisibili batteri rende decisamente arduo muoversi liberamente nel vasto territorio dell'ascolto. Sorge un bisogno irresistibile e costante di rifugio, di isolamento virtuale in quel mondo che ci permette di sentirci parte pulsante di una realtà ancora in grado di immaginare, sognare, stringersi in un abbraccio gli uni con gli altri. Poche sono le miscele musicali che permettono queste emozioni, questi viaggi extra-mondo, giusto per parafrasare, citando un racconto che riesce a far sopravvivere il sentimento, perfino l'amore stesso, in buie epoche di pieno sfacelo nei rapporti non solo tra umani.Quale altro suono potrebbe meglio accogliere queste istanze, questo bisogno di riportare vicino al cuore ciò che pian piano da lì si sta allontanando se non la magia di armonie trasformatesi da compagne silenziose di attese asettiche in indispensabile magica forza immaginativa, cinematica propulsione per il nostro incontenibile bisogno di fuga.di Mirco Salvadori 9 Marzo 2020 - Mirco Salvadori "L'Ambient Music deve essere in grado di soddisfare molti livelli di attenzione all'ascolto senza imporne uno in particolare; deve essere altrettanto ignorabile quanto interessante". Questa è parte di una nota scritta da Brian Eno nel 1978 per la realizzazione di Ambient 1 (Music For Airports). Siamo sicuri che la dicotomia tra l'ignorabile e l'interessante abbia ancora il suo valore iniziale? Sono trascorsi oltre quarant'anni dall'uscita di quel capolavoro di intuizione e la disciplina ambient non ha mai cessato di essere e/seguita. Molte cose però sono cambiate, l'approccio musicale non è più 'scolastico', decine sono le contaminazioni e le integrazioni con altri mondi meno asettici, tutti elementi che portano alla domanda posta all'inizio: siamo ancora sicuri che questa dicotomia tra l'ignorabile e l'interessante abbia ancora un valore un senso, o ciò che ora ascoltiamo come Ambient è qualcosa che va ben oltre il semplice carpet sonoro che a tratti richiama l'ascolto per poi tornare ad essere piacevole e placido suono di accompagnamento? Mai come in questo periodo ci siamo sentiti sotto attacco, mai come ora le nostre già insicure certezze vengono accerchiate da un malessere costante e in crescita. La violenza sui deboli, il sopruso, l'incomprensione, la rinascita di atroci ideologie che erroneamente credevamo morte, la sconosciuta minaccia proveniente da invisibili batteri rende decisamente arduo muoversi liberamente nel vasto territorio dell'ascolto. Sorge un bisogno irresistibile e costante di rifugio, di isolamento virtuale in quel mondo che ci permette di sentirci parte pulsante di una realtà ancora in grado di immaginare, sognare, stringersi in un abbraccio gli uni con gli altri. Poche sono le miscele musicali che permettono queste emozioni, questi viaggi extra-mondo, giusto per parafrasare, citando un racconto che riesce a far sopravvivere il sentimento, perfino l'amore stesso, in buie epoche di pieno sfacelo nei rapporti non solo tra umani. Quale altro suono potrebbe meglio accogliere queste istanze, questo bisogno di riportare vicino al cuore ciò che pian piano da lì si sta allontanando se non la magia di armonie trasformatesi da compagne silenziose di attese asettiche in indispensabile magica forza immaginativa, cinematica propulsione per il nostro incontenibile bisogno di fuga. Il mondo ci ha mentito dieci volte, recita il titolo del nuovo album di bvdub che vedrà la luce il 6 Aprile per i tipi della sempre lungimirante Glacial Movements, etichetta romana di Alessandro Tedeschi. Dj e soundartist, figura estremamente affascinante che al pari di un maudit d'antàn sceglie la notte e l'nsonnia come compagne, Brock Van Wey ha contribuito alla reinterpretazione del genere ambient partendo da spiagge assai lontane, bagnate dal mare sempre mosso della house o in tempesta dei rave. Il suo è stato un avvicinamento graduale ma meravgliosamente devastante. Una discografia che si può definire prolifica, visto il relativo poco tempo trascorso dalla sua prima release datata 2006. Un lento avvicinamento iniziato con l'rrinunciabile battito minimal, attraversando poi le immense distese governate dalla presenza ipnotica delle voci che al pari di sirene rapivano l'ascolto. Con Ten Times the World Lied giunge all'approdo - per ora - finale con un suono rinnovato e pregno di quell'irruenza romantica che da sempre lo qualifica come uno dei migliori esponenti del nuovo pensiero musicale legato alla disciplina ambient.In tempi nei quali non si costruisce ma si distrugge, non ci si confronta ma ci si scontra, non si da ma si prende, si rifiuta di scoprire, vedere, trovare, ci si scorda di mantenere e distribuire, si è incapaci di governare e rompere le assurde regole che mantengono in vita questa realtà sempre più inaccettabile, si deve ricorrere all'antico antidoto inventato per combattere l'ansia e il malessere: il suono, come quello che oscilla, lentamente ondivago, insinuandosi tra le tracce nel nuovo lavoro di bvdub. E' lento e maestoso l'iterare infinito delle mille onde che vanno ad infrangersi dolcemente sulle difese create dallo stato di veglia perenne. Insistono, accarezzano, coprono di morbida e montante schiuma la dura parete di certezze inventate a difesa dell'inquietudine. Sorrette dal profondo e costante respiro di un oceano di suono carico di salvifica purezza, nascono e prendono forma, coprono le distanze rilasciando nell'aria l'eco del loro imponente passaggio. Si innalzano schiumando di insostenibile dolcezza e finalmente si abbattono con il fragore del silenzio, irrorando di nuova speranza un cuore sofferente per l'eccessiva esposizione alla mancanza di umanità.Al pari dei buoi muschiati ritratti sotto una tormenta di neve, nella copertina di Ten Times the World Lied, anche noi abbiamo bisogno di ritrovarci con i nostri simili, abbiamo bisogno di calore e scambio, sguardi di intesa e comprensione per non sentirci isolati nell'affrontare il nostro personale lungo e infinito viaggio, spinti da un suono che giunge da lontano e sempre ci accompagnerà verso un altrove da sempre cercato.SHERWOOD by Mirco Salvadori
Ambient techno guy bvdub releases his 40th album, Ten Times The World Lied, through Glacial Movements. The name of the label is perfectly suited to bvdub’s slowly engrossing music. It is his 5th album for the Rome-based label led by Alessandro Tedeschi. This is his first album without vocals, but that makes for a superb soundscape which gradually closes in, like clouds preparing to rain.NORMANN RECORDS
It’s hard to believe that in all this time, bvdub has never released an album without vocals. The reason is that the vocals are often so cleverly stretched and disguised that we haven’t recognized them as such. But for the first time, Ten Times the World Lied is completely vocal-free; and Lord, is it lovely (Glacial Movements, April 6, pictured right). A CLOSER LISTEN
Bvdub has a new album on the way, titled Ten Times The World Lied. Ten Times the World Lied is the fifth album Brock Van Wey has released on Glacial Movements, and nearly his 40th in total. We’re told to expect the best album he has released on the Italian ambient label—10 songs “impossible to describe in words but which will breach the heart of all those who lose themselves in this sonic wonder,” the label explains. The album is completely devoid of vocals for the first time ever, as Van Wey spins “layers upon layer of divine clouds, gradually darkening, gradually closing in,” the label adds. Van Wey mastered it himself.Ten Times The World Lied LP is out digitally on April 6. Meanwhile, you can pre-order here, where you can also stream “Not Yours to Build” and “Not Yours to Say.” XLR8R
With nearly 40 albums to his credit, it’s a surprise to hear that this is bvdub‘s first album without vocals. After all, we’re an instrumental-based site and we’ve reviewed a lot of them. But to be fair, Brock van Wey usually uses vocals in a textural fashion, using time-stretch and loop; although vocal, his albums haven’t seemed vocal; they have seemed like dreams. That part doesn’t change in Ten Times the World Lied, a generous 78:45 excursion into blissful ambient drone. Tones rise and fall, undulate and flatten. Orchestral instruments rise from the depths and float for a while, searching for land before they descend once more. Fans should be overjoyed at the seamless tone, as each track gently fades before another gently rises. Although the lack of vocals pushes it from the foreground, the album is ideal as the backdrop to nearly any task: reading, writing, cooking. It casts a pleasant cloud around the house, a welcome fog of sound, a white noise spirit to overwhelm any tiny real-life disturbance. And yet, real life is present for those who wish to look deeper. van Wey has always resisted any single interpretation of his music, but neither has he squashed attempts to paint over the tabula rasa. And so one might make something of the fact that most tracks are 7:52 in length (a few being 7:53), making the connection to Ukraine Flight 752, shot down over Iran earlier this year; or the leap year 752, marked by conquerings and successions. Since the only description is that each track is “in memory of a time the world lied,” one might jump to all manner of conclusions. “Not Yours to Say” might refer to the cover-up of the Iranian government; “Not Yours to Build” to the Tower of Babel; “Not Yours to Take” to the slavery trade; “Not Yours to Find” to early “discoverers” of settled land; “Not Yours to Rule” to the bloody aftermath. The most intriguing title, “Not Yours to Know,” strikes to the heart of the human condition as it pertains to faith: for now we see through a glass, darkly. It’s fun to play match-up. And we know that the world lies in all manner of ways, from the political to the commercial (for example, promises that a product will bring success, a procedure will make one beautiful, and the next movie to open will be fantastic). From the titles and theme, one might expect an angry or accusatory album, but instead, as with most of van Wey’s oeuvre, the tone is one of higher surrender. There are truths we may never know, but there is also comfort, majesty, awe. As the organ tones surge in “Not Yours to Know,” one may think of grand cathedrals, of encountering the divine not through word, but through beauty and symbol. Ten tracks, each recorded in one take on the tenth of the month: in numerology, ten defined as “constant change and flowing energy,” an apt description of van Wey’s work; but also the 10 plagues, the 10 Commandments, the perfect 10, the 10,000 x 10,000. While listening, one might delve into numerology, symbolism and history; or simply allow the sounds of this album to conquer the anxieties of the day. The piano of “Not Yours to See” is like the voice of a soothing parent, encouraging one to sleep. The overall message (if there is one) seems to be one of comfort: The world has lied and continues to lie; but real truth is eternal. (Richard Allen)A CLOSER LISTEN
ROCKERILLA April 2020
Brock Van Wey, aka bvdub provides the antidote to the notion that Ambience is merely something that hangs around in the background, opening out space for thought. While these ever evolving envelopes of sound are unfolded they do adorn the airwaves with a sense of contemplative room to think, but they are far from passive observations. Each of the ten speechless pieces purposively tear themselves across the spectrum of emotion as warmer climes are contrasted by tougher, more rugged landscapes. Touching joy, cutting darkness. Listen to the sheer, eloquent beauty of Not Yours To See…Reimagine the way you hear and see music.MAGAZINE 60
Life begins at forty, goes the saying – but that is the figure on which Brock Van Wey, or BVDUB as he is better known in musical circles, is closing in. That’s forty albums, too, an astonishing achievement when you consider the consistency of his ability to write pure musical ambience that also touches the heart. Van Wey’s fifth for the Glacial Movements label has a provocative title, especially in these testing times for the world against which he rails. It has a powerful order to it as well – ten tracks, each of them recorded on the tenth of the month, recording ending ten months after it began. For the first time Van Wey dispenses with vocals, letting his electronics and sound files do the talking. What’s the music like? Ten Ways The World Lied is incredibly descriptive, and also profoundly moving if heard at the right time and place. The slow moving musical motifs are often cast in the midst of thick, ambient clouds, yet there is a deep set feeling too that connects them closely to the earth. Van Wey’s layered approach has a keen sonic beauty on headphones or on big speaker systems, the textures swirling closely around the listener but also allowing for an expanse of vast space. Despite the titles there is no obvious protest element to the music, though it does feel very closely connected to primal and natural forms. Not Yours To See is underwritten by a lovely piano line, while Not Yours To Give sounds like a distant choir. Not Yours To Find is very richly textured, the sounds floating, while Not Yours To Keep pans out further, moving slowly but surely before a warmer swirl of sounds near the end. Not Yours To Take keeps the soft harmonies but adds a lovely heat haze, and while Not Yours To Rule is similarly warm Not Yours To Break provides the ultimate resolution, a warm breeze that gradually settles on a beautifully held note. Does it all work? Yes. Once again BVDUB secures the deceptively difficult combination of simplicity and powerful expression, through musical content that moves slowly but can prove to be completely hypnotic and calming. Is it recommended? Very much so. An excellent collection of a producer who has been a deserved mainstay of electronica’s top table for more than two decades, and whose music can cover a wide selection of dancefloors. It should encourage listeners to delve even further into his considerable early output. I know I will!ARCANA FM
Brock van Wey has released something like 40 albums, but his latest, Ten Times the World Lied, is the first time that he’s created music without vocals. Following a strict chronological regimen in which he recorded one take on the 10th day of the month for 10 months straight, he’s come up with an LP that’s downright opulent. In truth, it’s also a bit samey, but in limited doses, his soaring behemoths can be quite moving. “Not Yours to Give” starts slow, its whispering ambience gradually building into a maelstrom of devotional bliss and billowing static before quietly retreating back into the abyss.FIRST FLOOR
ALLMUSIC
È ormai decisamente un habitué delle pubblicazioni su Glacial Movements il prolifico Brock Van Wey, ognuna delle cui uscite per l’etichetta romana dedita all’esplorazione dell’ambience polare ha sempre rivestito un significato del tutto particolare. Lo stesso avviene con i dieci brani di “Ten Times The World Lied”, tutti dalla medesima durata di sette minuti e cinquantadue secondi, tutti registrati il giorno dieci di altrettanti mesi consecutivi e in qualche misura intesi a catturati momenti di apparente stasi dell’universo circostante. Nei quasi ottanta minuti del lavoro, tali momenti sono rappresentati attraverso una continua stratificazione di drone, di per sé impalpabili ma in grado di assumere consistenza maestosa in seguito a un processo che ne amplifica iterazioni e risonanze dai caratteri sorprendentemente armonici e coinvolgenti. La connessione con l’immaginario ghiacciato dell’etichetta romana è evidente e risiede ancora una volta nell’elemento temporale, che ispessisce progressivamente la patina di particelle organiche e sonore volatili ma che, accostate tra di loro, si saldano in monoliti inscalfibili, di abbagliante bellezza. Così si dimostra, ancora una volta, il lessico più prettamente ambientale di Van Wey, costituito da risonanze minimali, che connesse ed espanse fino ai limiti delle loro basse frequenze si trasformano in solenne meditazione atmosferica.MUSIC WON'T SAVE YOU
I’ve been a huge fan of bvdub since I first found his work on Glacial Movements 2017 album, Epilogues for the End of the Sky (read my 2017 review here), which was a beautifully bleak piece of arctic drone with fleeting glimpses of more trance/electronica type vibes. Ten Times the World Lied returns Brock van Wey to the Glacial Movements label for another album which shares many similar vibes to the aforementioned work, ranging from moments of engulfing tension to a minimal and endearing, piano-laden beauty. As if one is wandering alone through a mild northern storm, reminiscing on times of love and others of despair, giving each their due importance. As many of us walk/sit/work alone during these hard times, bvdub‘s sounds seem ever-important and timely.THIS IS DARKNESS
Hoewel we er pas rijkelijk laat mee mochten kennismaken waren we meteen weg van het Italiaanse (dark) ambient label Glacial Movements. De drie albums die we mochten ontvangen (Bruma van Line Spectrum, Stilness Soundtracks II van Machinefabriek en Algida Bellezza van Netherworld (het project van labelbaas Alessandro Tedeschi) vielen bij ons meteen in goede aarde. Of moeten we zeggen in maagdelijk witte sneeuw? Het label werd immers in het leven geroepen om gedachten en beelden van door de mens vergeten plekken en dan vooral ijslandschappen, ijsbergen en dergelijke in geluid om te zetten en te verspreiden. Het label dat in 2006 voor het eerst van zich liet horen middels de compilatie Cryosphere wist door de jaren heen heel wat boeiende artiesten zoals Rapoon, Philippe Petit, Scanner (om er een paar te noemen) te strikken voor een album. Een andere graag geziene gast is de zeer productieve Brock Van Wey die onder zijn artiestennaam bvdub met Ten Times The World Lied zijn vijfde album voor Glacial Movements uitbrengt. De inspiratie van deze Amerikaan lijkt onuitputtelijk want op nog 15 jaar tijd bracht hij als bvdub al een veertigtal albums uit. En alsof dat nog niet genoeg is brengt hij ook nog muziek uit onder zijn eigen naam en maakt als Earth House Hold (deep house) en East Of Oceans (drum & bass) nog andere muzikale zijstapjes. De keerzijde van deze productiviteit is logischerwijs dat het niet altijd bingo kan zijn (een zeer zeldzame uitzondering niet na gelaten), een pijnpunt waarvan we aanvankelijk vreesden dat dit van toepassing was op album nummer zoveel van bvdub. Laat u vooral niet misleiden door de naam van dit project: de diepe bassen die gemarineerd zijn in zompige cannabiswalmen zijn gelukkig in geen velden of wegen te bespeuren. Nee, bvdub “dealt” in delicate (dark) ambient en drone die soms zodanig flinterdun is dat het is aangewezen niet over een nacht ijs (tja...) te gaan wanneer je je hieraan waagt. Het compleet ontbreken van zang (voor het eerst bij dit project) mag dan wel niet zo uitzonderlijk zijn in het genre, het maakt het verteren van bijna 80 minuten aan soundscapes er niet makkelijker op. Bvdub nam de tien nummers live op in één take, in een periode van tien maanden, telkens op de tiende dag van die maand. Ieder nummer als een aandenken aan een periode dat de wereld loog. Wat deze gebeurtenissen precies mogen zijn, daar heb je als luisteraar (ook wij na een tiental luisterbeurten) het raden naar. De titels lijken opzettelijk vrij vraag gehouden, alsof men tussen de regels zegt dat de aanleiding van ondergeschikt belang is aan de betekenis die je er zelf aan wenst te geven. Een andere constante is dat ieder nummer exact en zonder uitzondering 7 minuten en 52 minuten duurt. Of hier numerologisch meer achter zit, daarop moeten we u helaas het antwoord schuldig blijven. Inderdaad, aanvankelijk beten we onze tanden flink stuk op deze zeer opeengestapelde ijslagen maar gaandeweg, toen het smeltproces aanving, kregen we de andere kant van het spectrum te zien en liet vooral de schoonheid die hiervan afstraalt zich opmerken. Sacrale ambient zeg maar die misschien moeilijk te doorgronden is maar die wel in staat is om het hart, de ziel en de geest van de luisteraar in te palmen.DARK ENTRIES
Electronic sound artist & composer Brock Van Wey, best know as bvdub, could be excused for having an impressum as long as your arm. After all, he has 40 releases to his name and that is not counting his various collaborations, compilation singles, and remixes. The closest thing you’ll find, however, is a statement on his web site in small font that states “I make music about my life. I make music about life. I make music for life“. Beyond that, his music speaks for itself with impassioned eloquence, and on his latest album, Van Wey manages to say even more with even less. His fourth appearance on the Rome-based Glacial Movements label, Ten Times The World Lies is absent of any vestiges of beats or vocals, a rarity for the former and the first time ever for the latter. It is also something of an emotionally charged antiphon, a collection of visceral, musical responses to negative experiences in which “all distortion is intentional”, as Van Wey puts it. Rather than limit his ability to express himself, it is as if the constraints Van Wey placed on himself to create this music only made him more free to pour himself into it. While the sounds wash over your ears in wave after beautiful wave, the tsunami of emotion behind them hits with ever greater force. The stories behind each song may remain unarticulated, but when you hear them, you’ll swear you know the feeling.STATIONARY TRAVELS
Predstavićemo numere sa najnovijeg albuma „Deset puta kada je svet lagao” Broka Van Veja, poznatijeg kao bvdub, koji je 6. aprila objavila italijanska diskografska kuća Glacial Movements koju vodi Alesandro Tedeski. Američki elektroničar Brok Van Vej već dugi niz godina stvara ambijentalnu muziku na rubu eksperimentalne elektronske scene, s obzirom da često samostalno izdaje albume i da živi izvan velikih centara ovog muzičkog žanra u gradu Šaosing u Kini. Kako Van Vej kaže ovo ostvarenje je snimano uživo svakog desetog dana meseca u rasponu od deset meseci. Svaki 'tejk' predstavlja, po autoru, sećanje na jedan put kada je svet lagao. U muzičkom smislu pred nama je mekani, magloviti i svetli dron koji se smešta u numere čija su trajanja 7:52 i 7:53 sekunde. Kako je pred nama apstraktna zvučna matrica, onda su ove činjenice dovoljne da razigraju maštu u pogledu mogućeg tumačenje 'lažljivih situacija' o kojima Brok Van Vej govori u naslovu albuma. Zašto je Van Vej izbarao tako egzaktna trajanja numera i šta znače njihovi kriptični naslovi poput Nije tvoje da vladaš ili Nije tvoje da polomiš ili Nije tvoje da daš – ostaje misterija. Možda, umetnik, kroz ovaj album daje tajanstveno upozorenje o tome kuda se kreće današnji svet, ispunjen medijski posredovanim lažnim vestima, pregršti neobavezujućih izjava i destruktivnih poteza, te stalnom trkom za izgradnjom novih građevina nove tehnologije i prozivodnjom novih stvari, a da pritom izostaje osvrt na sva zla koja smo kao civilizacija napravili planeti i drugim ljudima. U tom smislu, umirujući dron koji ćete slušati u sebi nosi čudnu, kritičku oštricu, ali i poziv na smirenje i kontemplaciju. Urednica emisije Ksenija StevanovićRTS RADIO BEOGRADE