In questo lasso temporale, l'etichetta è notevolmente cresciuta, affermandosi con le sue uscite tematiche quale punto di riferimento mondiale per l'ambient isolazionista e glaciale; nel frattempo, è cresciuto anche Alessandro, sia in qualità di produttore di musica altrui che di autore della propria. Collaborazioni come quelle con Aidan Baker e con Enrico Coniglio (in Aquadorsa) e prestigiosi ospiti che hanno pubblicato loro lavori per Glacial Movements hanno da un lato affinato la sensibilità dell'artista romano e dall'altro ampliato gli orizzonti dell'etichetta. In particolare la sua ultima pubblicazione "The Art Of Dying Alone", a firma Bvdub, è stata al contempo la "meno ghiacciata" delle proposte prescelte da Tedeschi per la sua creatura "editoriale" e quella in grado di deviarne almeno in parte un'impronta stilistica che permane sempre improntata a profondità ambientali tenebrose e in lentissimo movimento. Come infatti quel disco introduceva simulacri ritmici e texture brulicanti di vita nell'oscurità della glaciazione artica, così "Over The Summit" apre l'isolazionismo di Tedeschi a una dimensione relativamente più comunicativa, più varia e, almeno in parte, più concisa.

Contrassegnato dalla solita splendida copertina del maestro della fotografia nordica Bjarne Riesto, "Over The Summit" è un viaggio della durata di poco meno di un'ora attraverso rarefazioni ariose e claustrofobiche profondità, descritte attraverso field recordings, samples, violino e gli ormai consueti filtraggi e armonizzazioni di suoni catturati nei luoghi stessi che sono chiamati a evocare. Benché anche in questo caso non manchino folate oscure ed esili fragori di fenditure ghiacciate (in particolare nella title track iniziale e in "Iceblink - Aurora Borealis mix -"), la dedica dell'album alla mitologica Iperborea e il processamento dei suoni dell'aurora boreale donano al risultato complessivo una consistenza eterea, un'impalpabilità ariosa e lieve come non mai, che potrebbe ben interpretarsi quale il corrispettivo luminoso di "Mørketid". Non mancano, dunque, loop armonici, pulsazioni e persino lucenti riflessi che incorniciano lo spettacolo affascinante e sinistro perfettamente reso in musica da "Aurora Performs Its Last Show", con ogni probabilità la composizione più suggestiva realizzata dall'artista romano. Con essa fa il paio la più breve, riassunta nei "soli" sei minuti scarsi di "Crystallized Words", che fissano in maniera indelebile frammenti vocali su un'afasia mai così comunicativa.

Sia chiaro, l'isolazionismo musicale e l'understatement nel suo stesso modo di porsi permangono la peculiare cifra stilistica sottesa al progetto Netherworld, come dimostra la stessa avvertenza di cui alle note di copertina, che consigliano l'ascolto del disco a volume medio-basso in un quieto ambiente notturno. Ma questa volta Alessandro Tedeschi ha scelto una rappresentazione parzialmente diversa del Nord che tanto ama, una rappresentazione che rivolge gli occhi verso l'alto, aprendoli allo stupore e ai brividi di una luce ultraterrena, o chiudendoli per lasciarsi andare ai vagheggiamenti di un'Iperborea al di là della cui vetta splende sempre il sole.

- Chuck van Zyl/STAR'S END   10 February 2011 - STAR'S END

Le partiture, nella loro statica e raggelata monumentalità, sono infatti ammantate da un'aura quasi magica, permeate di un umore ancestrale che rimanda a cose oscure e lontanissime nel tempo e nello spazio. Più che field recordings, voci manipolate, campionamenti e quant'altro costituisca l'arsenale di Netherworld, il protagonista delle composizioni sembra essere proprio il silenzio: l'impressione che si ricava dall'ascolto del CD è quella di esser di fronte alla descrizione impressionista della veduta che si può avere dalla vetta di un picco elevatissimo, alto al punto tale che terra e cielo si fondono in un abbraccio rivelatore, epifanico. "Over the Summit" è un viaggio interiore, un'esplorazione dei recessi profondi dell'Io, della coscienza e della memoria. Un panismo quieto, morbido, silenzioso, lontano dal vitalismo di dannunziana memoria, sottende la title-track, Aurora Performs Its Last Show, Iceblink - Aurora Borealis mix -, Crystallized Words, Thoughts Locked in the Ice e Iperborea. Si realizza, nelle texture sopra citate, una sorta di comunione tra Uomo e Natura che non ha nulla di enfatico, di nietzcheiano, ma che è, al contrario, silenziosa armonia, elettricità spirituale. 

Questi soundscape avvolgenti, costruiti manipolando i suoni "emanati" dall'aurora boreale ed aggiungendovi poi altri field recordings, un violino e found sounds (ovvero suoni preregistrati, con cui si dà vita, a volte, ad intere partiture), sono percorsi da una pace estatica, ipnotica, mesmerizzante. Gelide folate di sintesi (Over the Summit), vocals appena percettibili, provenienti da chissà quale anfratto o da trasmissioni radio disturbate (Aurora Performs Its Last Show, Crystallized Words) e fluttuazioni fantasmatiche (Iperborea) ci trasportano in un universo perturbante solo all'apparenza, perché sconosciuto: le profondità abissali che le tessiture armoniche evocano ci sembrano minacciose solo perché rimandano ad un universo che mai prima d'ora abbiamo esplorato e che, in definitiva, coincide con la parte più recondita di noi. Da qui, lo sgomento iniziale, che ben presto, però, si trasforma in muto e sereno abbandono.

"Over the Summit", insomma, è un affresco metafisico, un distillato di sinestesie, un grumo di suggestioni sonore in cui il confine tra Spirito e Materia, forma e contenuto si assottiglia fin quasi a svanire. Liturgia purificatrice, viaggio al termine del suono e saggio di figurativismo trascendentale, l'opera di Tedeschi, pur non sovvertendo le regole del genere, acquista un valore unico proprio alla luce di un'espressività ed una potenza evocativa che raramente si ascolta oggigiorno nella scena ambient, sempre più ostaggio di produzioni manierate ed aridamente formaliste.

SOLENOPOLE

BLEEP

NETHERWORLD  “Over The Summit”

(Anno 2011 – Glacial Movements Records) Italia

Nel momento in cui cominciate l’ascolto di “Over The Summit” inizia simultaneamente un viaggio e la metafora di quel viaggio: lentamente l’immersione, la sensazione extracorporea che genera il suono diviene stato alterato verso l’alter-ego sensibile, parafrasi del soundscape. Netherworld vuole condurvi verso l’Artico e lo fa con la stessa seduttiva avventura che Nemo offriva ai ‘prigionieri’ del Nautilus ma noi con “Over The Summit” al contrario del leggendario sommergibile andremo a nord, sempre più a nord, ed il Nautilus ora è un dischetto di sei tracce che immergendosi sotto i ghiacci punterà al mito sommo: l’Agarthi…

Da questo momento ogni percezione sarà connessa al suono che Alessandro Tedeschi, il nostro Netherworld, vi spianerà allargando ogni singola parte strutturata in tempi dilatati per costruire il manto sensibile. Se lo intenderete come viaggio, l’ascolto risulterà quell’avventura speciale che anche chiusi nella propria stanza la musica può rendere esperienza medianica.

Non ci è dato sapere se l’incontro con gli Iperborei avverrà in quest’ora d’ascolto; il suono armonico come onda rifratta tra pareti di cristalli è una sinfonia che traccia dopo traccia vi condurrà al di sotto del permafrost dove la leggenda prende forma tra i suoni campionati, le dilatate strutture sonore, i field recordings sintetici ed analoghi al landscape di riferimento.

“Iperborea” è la end-track che decide l’album e nonostante le lunghe stasi ha la capacità di opprimere la capacità figurativa: la leggenda è stata trovata o l’intera partitura è un onirico viaggio all’interno di sé stessi? Ognuno di voi dia e si dia una risposta…

Nelle tracce precedenti regnava eterea e boreale “Aurora Performs Its Last Show”, ovattata e sintetica ma ancora riflesso solare della luce e nelle scie successive l’ipotesi di viaggio prende le caratteristiche di ipnosi regressiva inconscia, la ricerca del mito sposta il baricentro da geografico ad irrazionale, incupendosi anche nei suoni ma senza improvvisi cambi, si potrebbe rompere il pack quindi lo stato onirico come un brusco risveglio, semmai come in “Crystallized Words” Netherworld effettua l’immersione ora davvero catartica non più solamente ‘Artica’…

Alessandro Tedeschi non è solo la mente di Netherworld,  è il concept sommo della sua Glacial Movements e dopo tre anni (“Mørketid” è datato 2007) il suo progetto torna per riportare la dimensione dell’artista verso l’isolamento compositivo: ottime tutte le sei minimali tracce per una sinfonia che non sbalordisce nell’immediato ma turba nell’intimo, tra oblii e colori sintetici, algoritmi dronici soffocati per dare struttura all’opera, ambientarla sul tetto del mondo dove il rumore distrugge, il boato rompe equilibri e perfezioni.

“Over The Summit” è l’ulteriore cammino che Alessandro compie tra qualunque landa ghiacciata si possa concepire fino a renderla metafora: Jules Verne sarebbe fiero di questa piccola label italiana riferimento nel vasto mondo dell’elettronica astratta e concettuale, figurativa come la cover del fotografo norvegese Bjarne Riesto, l’ennesima avventura tra suoni minimali per spazi sconfinati e menti vaste, non glaciali. - Nicola Tenani

Over the Summit is quintessential Glacial Movements material from the label overseer himself, Alessandro Tedeschi aka Netherworld. Three years after his debut full-length Mørketid, Tedeschi returns with an hour-long collection of refined ambient work where cavernous rumbles, field recordings, classical string fragments, and processed speaking voices evoke the endless plains of unnamed frozen landscapes and sweeping vistas dotted with the silhouettes of snow-covered mountains. Everything moves in a kind of blissful slow-motion and an inhuman stillness permeates the album's becalmed pieces, the concept being that the manipulated sounds of the Aurora Borealis itself have been integrated into the album's tracks.

However this says little about the actual music which contains field recordings found sounds, violins and ‘processed and harmonized northern lights sounds’. ‘Over the Summit’ contains six tracks ranging from about six to thirteen minutes. In ‘Aurora performs it’s last show’ Tedeschi adds filtered vocal radio sounds and choral effects to the icy scapes depicted in extruded drones. ‘Iceblink – Aurora Borealis mix’ describes icy gusts with brittle ice cracks, winds and a stark repeating cycle. The distant drum muffled and contrasted to sharp tonal glints and melancholic chords form ‘Crystalized words’ which crescendos amid the whisper of vocals hinting at a dialogue skittering under the folds of sound. ‘Thoughts locked in ice’ is the most isolationist of the pieces, highly melancholic with a background tone humming a modulated state against the wisps and discrete movements of long quiet electronic drones. ‘Iperbora’ is the last and least comforting of the pieces, it is a gray morass of parts that are disjunctive for effect, hollowed sounds and sharp tones, bass sounds not quite ripened and shrill effects.

As a piece of narrative for the environment it can be quite easily construed as a close representation. Or at least a perceptual interpretation of the human position in the northern tundra landscape. It’s not exactly easy listening ambient, which is probably the point, creating an formally difficult electronic piece that interprets and gives a sense of the listener within the space. Climb this summit if you are attuned to experimental sound design and are willing to be challenged.

Innerversitysound

CYCLIC DEFROST

Seventeen Review

Eighteen Review

DARKROOM MAGAZINE

Nineteen Review

Twenty-one Review

GONZO CIRCUS

Twenty-two Review

IGLOO MAGAZINE

Twenty-three Review

BRAINWASHED

Twenty-four Review

SANTASANGREMAGAZINE

Twenty-five Review

Alessandro Tedeschi's two identities as the producer hiding behind the Netherworld moniker and the label boss of the glacial movements imprint are well-known by now. Intriguingly, he has two homes, too. One of them is sunny Italy, his current physical residency. The other, a more spiritual one, is located considerably farther up North – and it is the very place Tedschi has dedicated Over the Summit to: Hyperborea. This country from Greek mythology provided him with his nom de plume and inspired a fascination for his personal vision of ambient in which each single tone feels like a world onto itself. And it has imbued him with the desire and ability of conveying frosty solitude and beckoning passion at the same time.

Over the Summit makes use of sounds induced by northern lights (without actually revealing where one might be able to find these and how one could record them), a variety of additional field recordings and an array of unspecified „found sounds“. The only traditional instrument you'll find here is a violin – and you'll be hard pressed to actually recognise it in the mix. From these materials, Tedeschi weaves a 58-minute work resting calmly within itself without neglecting the notion of development: There is a recognisable tension arc running through the record, from the calm yet wilful opening title track with its wind-like sheets of fragmentary sound and harmonic „Aurora performs its last show“, which makes use of messages from a polar station, to the untypically low-register pads of „Crystallized Words“. In the final stage of the album, „Thoughts Locked in Ice“ and „Iperborea“ are again picking up on these moods. Especially the latter piece, which closes Over the Summit, returns to the sparse beginnings of the album, before, in the very last moments, rising up one last time.

What makes Over the Summit such a captivating experience are its inner calm and precision in terms of sound selection; mood and timbre are congenially complementing each other and they bind these six tracks together without blurring out the individual narratives as such. By constructing a sonic panorama of fleeting indirectness, composed of nothing but a few, carefully placed bass accents, Tedeschi creates an ambiance of gripping, ghoulish quality: There don't seem to be any hidden threats here, a bright light is shining, the landscape opening up in front of the listener is void and clear. And yet, it would still be there without an observer being present. You may feel at home here, but you'll always remain a stranger.

By Hellmut Neidhardt

TOKAFI

Twenty-six Review

Music from wide Northern spaces, snowy mountain tops and ice deserts – Netherworld produces minimal ambient electronica of a rather experimental nature, although here and there a melody gets drawn or a beat laid out. Over the Summit is a slow, epic, fascinating, esthetically beautiful aural journey

MONSIEUR DELIRE

Twenty-seven Review

To categorize this music as "ambient" is almost misleading--in fact, it's barely music. What Alessandro Tedeschi (a.k.a. Netherworld) creates is a series of sonic clouds, which emerge out of nothing, move slowly across the audio field, and then evaporate again. Sometimes you can hear harmonic movement within them, but often the sound clouds are nearly static. This may not sound terribly exciting, and indeed it isn't--it's the opposite of exciting, but is nevertheless tremendously beautiful and even gripping. Think of Brian Eno's Discreet Music, but at half speed. Trust me on this; Over the Summit is very much worth your while. (RA)

CD HOT LIST

Twenty-eight Review

Dalla città eterna a spazi coperti di ghiacciai e nevi eterne. La Glacial Movements Records è un progetto di Alessandro Tedeschi con sede a Roma, ma col cuore in una lontana regione del nord; è una piccola etichetta che nasce come omaggio alle grandi vastità artiche. In catalogo ci sono lavori di Rapoon, Lull, Loscil, e dello stesso Alessandro a nome Netherworld.
Affascinato da sempre dal binomio neve natura mi sono avvicinato a questo progetto con particolare curiosità, e ne sono rimasto rapito.
Alessandro descrive così la sua musica (Rockerilla Settembre/Ottobre 2007):
“La mia musica è composta prevalentemente dalla completa manipolazione di sorgenti esterne naturali che catturo durante i miei viaggi, e che sono ad esempio il rumore dei ghiacciai, di cancelli antichi, oppure del vento. Un’altra componente fondamentale sono i multieffetti esterni che riescono ad espandere e a stravolgere il suono in forme nuove”.
A distanza di pochi mesi la Glacial Movements Records ha fatto uscire due pregevolissimi lavori: Netherworld "Over the Summit" e Loscil "Coast/Range/Arc".
“Over the Summit”, insieme all’ultimo di Loscil, è spesso nel mio lettore cd, mi sono piaciuti molto entrambi. Loscil lo conoscevo già, Netherworld invece ho avuto modo di apprezzarlo nel corso di quest’anno. Il solo fatto che il suo ascolto sia diventato per me un appuntamento costante, da mesi, mi porta a considerarlo un ottimo lavoro. Lo trovo in perfetta sintonia con altra musica che interpreta i paesaggi sonori del mondo artico. Sono un grande estimatore di Biosphere (su tutti il suo capolavoro “Substrata”), e “Over the Summit” mi ha portato con la mente nelle stesse terre desolate che tanto amo, e che visiterò pure quest’anno. Sembra di vedere le immense formazioni glaciali in ogni sfumatura immaginabile di bianco e di azzurro. Sembra di vedere gli enormi ghiacciai nella cristallina, pungente atmosfera artica; li vedi lentamente scivolare di notte verso le gelide acque dell'oceano. Senti il silenzio e il rumore dei seracchi che si staccano. “Over the Summit” è la descrizione di un ambiente incantato e sovrannaturale, è la sua interpretazione in musica. Amo pensare che non sia ambientato in estate, quando il sole non tramonta mai, ma nel lungo e rigido inverno, schiarito ogni tanto dai lampi ondeggianti delle aurore boreali.
Ascoltatelo di sera, al buio, e immaginate il silenzio dei grandi spazi artici. E’ un luogo abitato da altri esseri viventi, non è contaminato dall’uomo, mi piace pensarlo inesplorato e incorrotto ma allo stesso tempo maestoso, immenso, sconfinato, minaccioso, ostile.
Calcolando l’inconfutabile valore di questo disco, mi faccio da parte e non provo neppure a recensirlo e a giudicarlo; se siete attratti da sonorità ambient cercatelo e basta.
Trovo invece assolutamente doveroso segnalare l’esistenza di questa etichetta, Glacial Movements Records, che è un onore sapere che abbia sede in Italia.
La passione e la cura che si cela dietro a questo progetto è palpabile e dimostra una grande competenza ed una forte convinzione di condurre una personale e allo stesso tempo condivisa ricerca musicale.
Alessandro Tedeschi esplora altri mondi simili al suo ed è nel suo insieme che va giudicato il suo lavoro. “Over the Summit”, il suo predecessore, “Mørketid”, e l’intero catalogo della Glacial Movements Records sono il mondo di Alessandro, isolazionista solo in termini musicali. E’ la collaborazione tra più individui che hanno adottato il medesimo linguaggio che ha permesso alla Glacial Movements Records di avere un respiro internazionale, in continua crescita.
Scopritelo, sono iniziative che meritano di essere seguite e supportate.

ERBA DELLA STREGA

Twenty-nine Review

Thirty Review

Affrontiamo un nuovo viaggio al fianco della Glacial Movements Records e del suo creatore "Netherworld" alias Alessandro Tedeschi. Un viaggio attraverso l'ambient e la drone music, in quei noti spazi sonori evocativi di luoghi lontani, dispersi tra atmosfere tenebrose e glaciali.
A tre anni di distanza dal successo dell'album "Morkedit", l'artista romano ritorna alla ribalta con "Over the Summit", una melodia ispirata alla mitica "Iperborea", una terra leggendaria situata nei mari del Nord, non a caso la scelta fotografica della cover è stata affidata al norvegese Bjarne Riesto.

Ascoltiamo sei tracce descrittive di un'atmosfera impalpabile, silenzi ipnotici mescolati ad una piacevole armonia di suoni dove vive l'immagine incontaminata della natura e delle sue distese infinite, raccolte in quella parte dell'universo nascosta alla maggior parte degli esseri viventi! Continuiamo ad ascoltare, ancora un soffio di vento e Netherworld ci porterà altrove, lontano..

ALONE MUSIC

Thirty one Review

MIXMAG (NOVEMBER 2011)

Thirty-two Review

I have pretty good reason to be all Arctic’d out in 2011, so I can’t pretend that Netherworld’s Over The Summit was particularly high on my ‘must listen’ list. An album adorned with pictures of snow-clad peaks featuring songs with names like ‘Aurora Performs Its Last Show’ and ‘Iceblink (Aurora Borealis Mix)’ which has been released on a label with a full-time obsession with (in their words) ‘icy landscapes… fields of flowers eternally covered with ice… [and] icebergs colliding amongst themselves’ sounded, at a certain point last month, like the last thing I wanted to have to sit through.
My preconceptions weren’t far off the mark – Over The Summit doesn’t sound too far removed from any number of ambient albums inspired by frozen tundras and light shows in the sky – but Alessandro Tedeschi, the man behind both Netherworld and Glacial Movements, shows such a passionate determination in his pursuit of the perfect distillation of all this in sound that it’s hard not to be won over by it. On top of that, he’s very good at what he does: his label’s tagline is ‘Glacial and Isolationist Ambient’, and releases over the years by artists like Loscil, Francisco Lòpez, bvdub and Skare have all performed admirably for him in creating and cataloguing his own personal sound world. Glacial Movements is now the go-to label for fans and creators of the sound alike – Thomas Köner (the high doyen of isolationist ambient) was at one point due to release the long lost Neues Land with Tedeschi, which would surely have sealed a place in the record books under ‘Most Glacial and Isolationist Record Label’ but unfortunately that project is yet to see the (24-hour) light of day.

There’s nothing radical on Over The Summit but that’s not to say it isn’t a transporting listen. Tedeschi does bring a few interesting twists to the genre (we can probably call it that now), like the manipulation of the mysterious sounds that are said to emanate from the northern lights and what I think are sampled radio transmissions from remote Arctic bases, but the music for the most part is fairly by-the-numbers. The low booms that start to emerge slowly from the icy mists of the title track are shiver-inducing, getting louder towards the end like large chunks of ice hitting deep water somewhere dangerously close to your boat, and ‘Iceblink’ does well to evoke the vast unchanging expanses of the Arctic through various frozen chimes and blasts of biting air. A Scandinavian voice recites underneath ‘Crystallized Words” sorrowful drones, bringing to mind lost explorers and the diary entries from their final days still echoing across the ice.

‘Iperborea’ ends the album on a strong point. Easily the most interesting and varied piece of music on offer here, it’s a far darker journey than those undertaken before it and the most obviously indebted to Thomas Köner. Drones of cavernous depth groan and echo, shrill icicles of sound pierce the air and ghostly voices call out from above to create a chilling final statement that befits the Netherworld moniker perfectly. If this is a hint as to where Tedeschi is taking the project next then I’m on board for sure, but for now maybe I am just a little bit too Arctic’d out to climb this particular mountain.

FOXY DIGITALIS
 

Thirty-three Review

HISVOICE (CZ)

Thirty-four Review

As the recording artist behind Netherworld as well as the owner and founder of the Glacial Movements label, Alessandro Tedeschi’s raison d’etre is what he terms “glacial ambient:” a subgenre of ambient music drawing its inspiration from the cold, empty expanses of the world’s polar regions. One might think that such a specific devotion to such a seemingly featureless landscape would result in similarly featureless music, but Over the Summit proves just the opposite. Evocative of barren wastes and frigid nights, Netherworld’s newest album is nonetheless full of subtle variations and details. From the almost soporific metallic washes of its title track to immense wind chime effects of “Iceblink” to the eerie, lonely tones of “Iperborea,”Over the Summit is like the glacier itself: at first a vast, featureless expense, but one that reveals and more and more fascinating detail the closer one looks. In tone, it’s largely as lonely as one would expect, with only a bit of muffled radio speech emerging from the thickness of “Crystallized Words” to indicate a human presence, but it’s gorgeous as well with “Aurora Performs Its Last Show” in particular building from static and fuzz into an almost orchestral evocation. It’s not what you’d call “warm,” of course, but Over the Summit is nonetheless a work of unexpected emotion and quiet power.

REGEN MAGAZINE

Thirty-five Review

Il progetto Netherworld, sostenuto dal produttore romano Alessandro Tedeschi, fondatore dell'etichetta Glacial Movements, è stato finora caratterizzato da sonorità ambient isolazioniste ed eteree. Adesso questa strada è aperta a una narrazione che assume caratteri più sensibili e ariosi , dagli innesti maggiormente melodici e avvolgenti. Le texture ci sembrano meno astratte che in passato ma ancora fanno capolino field recording ed intense sono le iterazioni d'un violino, i loop sintetici e i suoni trovati. La progressione dei brani è certo affascinante e sinuosa, il sound-design egualmente viene dipanato in maniera raffinata, meno austero che nei precedenti lavori di Tedeschi, al quale di sicuro hanno giovato le molte collaborazioni di questi anni, utili per affinare la sensibilità e stemperare gli eccessi di minimalismo. Armonizzazioni circolari, impulsi ed emergenze auditive di matrice percussiva, unitamente ai droni più soffusi e ai tenui risucchi, filtrati e calibrati, confluiscono infine in un lento e maestoso procedere. Anche dei frammenti vocali distinguiamo in "Crystallized Words", così come abbondano nelle altre tracce le fluttuazioni e le manipolazioni - di vario tipo - che arrivano da sorgenti esterne naturali. Allo stesso modo sono utilizzati in maniera estesa multieffetti esterni, che riescono ad espandere e a stravolgere il suono in forme nuove. L'artwork pure è frutto d'un'impalpabile qualità riduzionista, non a caso affidato a Bjarne Riesto, uno specialista della fotografia nordica, perfettamente in sintonia con lo spirito dell'album.

NEURAL

Thirty-six Review

Thirty-seven Review

STEREOWORLD.GR